Cari genitori, nonni, zii, amici e tutti,
che desiderate fare doni graditi ai bambini che vi sono cari, provate a inventare qualcosa di diverso per queste feste, che non sia un furioso aprire pacchi e pacchetti, accumulare montagne di carta-regalo e nastri dorati, restando poi delusi se i nostri destinatari tra le mille cose ne scelgono solo una, forse la più insignificante che mai voi avreste osato regalare.
Conosco un ragazzino che adora leggere, ma che ogni tanto adopera i libri per farne paraventi e muri per villaggi abitati da fieri guerrieri in lotta contro draghi mostruosi. Un altro costruisce con pezzi di legno binari di una ferrovia immaginaria, i cui vagoni sono le scatole della medicina del nonno, ridipinte a dovere con tanto di sigla FS (“Come? Con tante meravigliose ferrovie in legno, in lego, elettriche?” “Certo il già fatto, perfetto e quasi vero è molto attraente, ma vuoi mettere una cosa inventata da me, fatta da me?”).
Durante un Natale, una piccolina scoprì a casa di amici uno sgabellino, alto da terra meno di un palmo: cominciò a sedervisi e ad alzarsi, ogni tanto portandoselo in giro fra le braccia come avrebbe potuto fare con un bambolotto. Ne aveva sì ricevuto uno molto grazioso e tenero, ma nessuno ha potuto distoglierla dall’interesse per lo sgabello, al punto che la padrona di casa, incuriosita e commossa, glielo regalò. (Dobbiamo cedere a tutti i loro capricci? Ma è un capriccio o un’esigenza?)
Un quarto esempio: in una festa di compleanno osservo una bambina, avrà avuto meno di quattro anni, cui la nonna aveva donato una piccola bambola molto ben vestita. Mentre gli altri facevano merenda e correvano intorno, lei in un angolo tentava di spogliarla: non riuscendovi, prese due tovaglioli dalla tavola apparecchiata e con essi avvolse la bambolina, provando in molti modi quello per lei più soddisfacente.
Fatti come questi ci dicono che i bambini si muovono nei loro giochi su binari diversi dai nostri, concretizzando le loro fantasie o creandone di nuove, inaspettate. Quando giocano con qualcosa di scelto e inventato da loro, sono sempre molto attenti e quasi dimentichi di quanto accade attorno a loro. Ci pare impossibile che bambini anche piccoli possano concentrarsi al pari di uno scienziato o di un artista, eppure è proprio così: la loro mente è al lavoro e il resto dell’ambiente si allontana. Vi ritornano felicemente quando il tempo personale della necessaria concentrazione si è esaurito secondo una naturale alternanza tra stare con gli altri e stare con se stessi.
Queste riflessioni dovrebbero aiutarci in tema di doni, partendo in primo luogo dall’osservazione dei bambini cui sono destinati, pensando alle “passioni” delle varie fasce d’età. Ad esempio, i più piccoli sono interessati a tante varietà del dentro-e-fuori, a spingere e tirare (una carrozzina, una cassetta della frutta), ad aprire e chiudere (una scatola, un lucchetto, un astuccio), ma vogliono anche giocare a mamma e papà: non con montagne di pelouches – il gusto del collezionismo emerge più tardi – ma con un pupazzo o una bambolina prediletti, una cullina con materasso, cuscino, lenzuolino e coperta, e qualche vestitino facile da mettere e da togliere. Gradita anche la borsettina da mettere a tracolla. Quanto alle costruzioni ricordiamo che i piccoli prediligono i pezzi grandi, mentre i ragazzini apprezzano le parti in miniatura.
Più che al costo dovremmo informarci delle loro preferenze: una ragazzina di dodici anni aveva il desiderio segreto di un telescopio. Per non regalarle un giocattolo che l’avrebbe delusa, tutta la famiglia si mise d’accordo per acquistare uno strumento di qualità, offrendole anche un corso presso un club di astrofili.
In una famiglia romana con due ragazzini molto interessati a fenomeni naturali, genitori e nonni hanno loro proposto di festeggiare il Natale con un viaggio: potevano scegliere tra l’Etna o il delta del Po.
Dobbiamo anche pensare quanto i nostri ragazzini abbiano perso in abilità manuali: non sanno aggiustarsi una bicicletta neanche per un piccolo guasto, non conoscono la differenza tra una tenaglia e una pinza, né sono in grado di usare un seghetto, un cacciavite, un martello, a volte nemmeno un compasso o un paio di forbici. Lo stesso accade con lana e filo…
Può essere interessante rifornirli di attrezzi di qualità (in base ai loro interessi e non alle nostre pretese!) come:
- una cassetta degli arnesi fornita anche di chiodi e viti pronto intervento;
- un ricco astucciocon pastelli di qualità e pennarelli particolari, compasso, righelli;
- un cestino da lavoro con aghi di varie misure, uncinetti, forbicine, bottoni da cucire su strisce di cotone, fili da ricamo, qualche metro di tela a trama larga, oppure scatoline con perle di tanti colori;
- una collezione di forbici da carta, da tela, grandi e piccole;
- una collezione di quadrati per origami di vari colori e l’iscrizione a un corso per imparare i primi rudimenti;
- tutto l’occorrente per curare le piante con cesoie, zappetta, rastrello veri ma in misura ridotta.
Direte che queste sono tutte proposte contro corrente in tempi di playstation e altre diavolerie elettroniche. Eppure i bambini hanno bisogno di fare cose belle e significative con gli adulti. Allo stesso modo hanno bisogno di recuperare il senso di “Lo so fare”, “Sono capace”, il gusto di realizzare in concreto un progetto, un’idea, costruirsi un burattino o una casa delle bambole, una piccola zattera o un rifugio. Inutile regalare a un bambino di quattro anni un trenino elettrico che può far muovere senza aiuto, o un piccolo trapano che non potrà usare senza pericolo, se non quando sarà adolescente o quasi.
Buon Natale a tutti!
Grazia Honegger Fresco