Un tablet in classe non fa scuola digitale. Una LIM in aula di per sé non rende moderna una scuola quando è usata per una classica lezione frontale. Consideriamo invece che gli sviluppatori delle più moderne applicazioni per smartphone le progettano usando carta, pennarelli e post-it. Non è la tecnologia che rende moderna una scuola, sono le idee e i principi che la scuola incarna.
Nella scuola Montessori molti materiali base, relativi alla sfera sensoriale o alla psicoaritmetica, a distanza di un secolo vengono adoperati dai bambini con lo stesso interesse ed entusiasmo del 1907. Entrati in uso stabile dopo innumerevoli osservazioni evidenti, rispondono in larga misura ai bisogni dei relativi piani di sviluppo e sono quindi molto funzionali. Per fare un esempio, le analisi grammaticale e logica sono rese interessanti e perfino divertenti in quanto legate al linguaggio vivo del bambino, al piacere di leggere e di sperimentare. Altri materiali — ad esempio quelli concernenti l’educazione cosmica o la storia — sono più suscettibili di ampliamenti e innovazioni che vengono da ricerche e scoperte attuali. Per esempio le presentazioni relative alla comparsa dei primi esseri umani e la striscia della vita sono state recentemente aggiornate in senso darwiniano da Telmo Pievani.
Il motto più importante nella pedagogia Montessori è: “Segui il bambino”. Se ci asteniamo da ogni giudizio verbale che lo umilierebbe, non trascuriamo la valutazione dei suoi bisogni, del buon andamento dei singoli e del gruppo e teniamo conto del fatto che il clima positivo della classe dipende in gran parte dalla qualità delle offerte messe a disposizione dei bambini, capiremo che non c’è nulla di vecchio, di noioso, di inutile tra i materiali offerti nelle scuole Montessori: i bambini li rifiuterebbero e semplicemente non li adopererebbero e noi, gli adulti sapienti, saremmo costretti a modificarli o a produrne altri.