Ecco alcune domande frequenti quando si parla di scuola Montessori, utili sia a chi sta pensando di iscrivere i propri figli a una scuola Montessori, sia a chi si vuole avvicinare a questa realtà.
Dopo la scuola Montessori che succede?
I bambini restano delusi, soprattutto passando dalla Casa dei Bambini a una Primaria tradizionale, dove devono fare le cose per obbligo, in tempi rigidamente calcolati nonostante siano ancora molto giovani. Diverso è invece il passaggio alle Medie: soprattutto se hanno cominciato dal Nido Montessori, allenati alla libera scelta responsabile fin da piccoli, sono più forti e consapevoli. Hanno ormai acquisito senso di responsabilità nel modo di lavorare e di agire con gli altri, capacità di autoregolarsi, di criticare e di collaborare.
D’altro canto nell’ultimo anno della Primaria Montessori si cerca di prepararli a fronteggiare la diversità che li aspetta: il sistema dei voti, delle gare, delle interrogazioni e soprattutto l’impossibilità di scegliere. Per arrivare a ciò nella scuola Montessori si ritiene indispensabile fortificare i bambini facendoli vivere in un ambiente non ansiogeno, non arrivista e giudicante almeno nei primi anni.
Se al bambino piace svolgere un’attività, fa solo questo?
Gli adulti presentano le numerose e variegate attività, senza però obbligare a fare, e i bambini, che in principio per rassicurarsi tendono a prendere un po’ sempre le stesse cose, poi sono attratti dal nuovo. La loro intelligenza non conosce la pigrizia: vedono le attività degli altri e vogliono provare anche loro. Piccoli assaggi e poi si buttano con entusiasmo in nuove attività in corrispondenza a esigenze profonde di scoperta. È l’inizio del piacere di agire, che nasce dalla persona stessa. Gli stimoli esterni, i pungoli, i divieti, gli obblighi agiscono invece esattamente in senso contrario.
Come fa una maestra a occuparsi di tutti i bambini se ciascuno sceglie liberamente quali attività svolgere?
Le maestre Montessori sono particolarmente allenate a osservare il singolo bambino e i piccoli gruppi che si formano spontaneamente. Non sta seduta alla cattedra e non impartisce ordini. Quando i bambini non ci sono, prepara con cura l’ambiente in ogni particolare sulla base delle esigenze che ha osservato. L’ambiente preparato è come un altro maestro: è un tacito invito ad agire. Quando la maestra lavora con uno o più bambini, gli altri sono occupati in tante altre attività. Lei non li perde mai di vista, ma offre il suo aiuto diretto solo a quelli che sta seguendo da vicino in quel momento. Nel corso della giornata offre via via la sua presenza a ciascuno di loro. Le lezioni sono di solito individuali e brevi, cioè durano il tempo necessario affinché il bambino possa fare da sé. Anche gli oggetti e i materiali sono studiati in tal senso e la maggior parte di essi permette al bambino di controllare autonomamente se ha fatto bene o no e questo favorisce il piacere di ripetere e di concentrarsi.