Terminerà l’8 giugno l’anno scolastico per la Scuola Primaria, il 30 giugno per la Casa dei Bambini e il 29 luglio per il Nido. Un’occasione per recuperare le energie e per un’ultima riflessione insieme, in attesa di un nuovo inizio.
Sono molte le riflessioni che affollano le nostre menti in vista del termine di quest’anno scolastico, mentre ci apprestiamo a lasciarci alle spalle un corposo carico di fatica e burocrazia, tenendo invece stretto un gioioso bagaglio di soddisfazioni e conquiste.
Ci sarebbe tanto da raccontare di questi mesi, delle piccole azioni di ritrovata normalità e delle quotidiane criticità che in un complesso variegato come il nostro non possono mancare, ma il nostro pensiero corre all’unisono alla straordinaria donna a cui la nostra scuola è intitolata, carico di fiducia e propositività verso il futuro.
Questo infatti è stato il primo anno per il nostro edificio di via Santa Croce a Varese come Scuola Montessori ‘Grazia Honegger Fresco’, e noi sentiamo più che mai vivo nel nostro quotidiano il senso di appartenenza agli insegnamenti ricevuti e di responsabilità nel ruolo di accompagnatori nella crescita dei nostri bambini e bambine.
Descrivere quanto Grazia abbia toccato le vite di ciascun educatore ed educatrice o di quanto siano radicati nelle attività di ogni giorno i principi e i valori che così instancabilmente ha tramandato con i suoi insegnamenti ci sembra ancora una prova oltre le nostre capacità. Forse un giorno sarà possibile ridurre la complessità del pensiero, il calore del suo sguardo e il conforto delle sue parole a poche significative frasi. Per ora, abbiamo deciso di condividere con tutte le famiglie e con chi segue l’attività di Percorsi Per Crescere i nostri saluti ripercorrendo alcune tappe vissute insieme, raccontate in alcuni estratti dalle testimonianze che hanno accompagnato la cerimonia di intitolazione della Scuola a Grazia lo scorso 2 ottobre 2021, alla presenza tra gli altri del Sindaco di Varese Davide Galimberti e dell’Assessore ai Servizi Educativi Rosella Dimaggio, affinché queste possano rimanere nel cuore e nelle menti di tutti e segnare, ancora una volta, il nostro cammino insieme.
Una scuola con il suo nome.
Qualche giorno fa, quando l’ho raccontato a un’amica, lei mi ha detto: Cavoli, che impegno.
Pensando a queste parole, mi è venuta in mente una frase di Colin Ward, un anarchico inglese che la mamma stimava per lo sguardo che ha avuto sui bambini. Ward diceva che una società veramente anarchica è un’utopia. Ciò che non è utopico è invece lavorare ogni giorno per una società un po’ più anarchica, con ciò intendendo formata da individui ogni giorno un po’ più liberi, ogni giorno un po’ più responsabili.
Ecco, credo che alla mamma piacerebbe fosse vissuto così l’impegno del suo nome su questa scuola. Non un ideale che alla fine ci schiaccia, ma una possibilità di lavoro concreta, di ogni mattino, di ogni educatore o educatrice desideroso di stare all’altezza dei bambini.
Sara Honegger
Uscivo da casa sua, dopo gli incontri di supervisione, sempre carica: “emotivamente” perché Grazia era capace di muovere corde profonde, “progettualmente”, perché andare da lei significava almeno pensare di allargare la scuola tante erano le proposte che nascevano dalle sue riflessioni, ma anche “fisicamente”, perché Grazia aveva sempre qualcosa per la scuola, per i bambini e le educatrici: fogliolini, barattoli di vetro, piccole saponette, mollette, belle immagini di animali, articoli per le maestre, un piattino di ceramica per i travasi, ..le mie mani erano colme delle sue attenzioni e il viaggio di ritorno a casa era sempre un susseguirsi di idee e progetti, perché Grazia aveva la capacità di attivare la parte migliore di ciascuno. Mi mancano questi incontri, ma la mattina, quando arrivo a scuola ed entro nelle sale, quando ascolto le parole o osservo i gesti delle educatrici, quando parliamo di ambientamento, di accoglienza, di quanto deve essere alta una seggiolina… Ecco, in tutto questo io sento viva la presenza di Grazia, le sue parole e il messaggio di Maria Montessori che lei, così fedelmente ha trasmesso a tutti noi.
Elisabetta Bellini
La scuola come la pensava Grazia dovrebbe essere così: capace di parlare molti e differenti linguaggi, di appassionare a temi diversi, al pensiero e all’azione, passando dal gioco alle varie esperienze quotidiane; con l’occhio attento alla dimensione individuale di ciascuno e anche al gruppo; di contribuire a far crescere ogni bambino nella consapevolezza dei propri diritti di cittadino ed anche delle proprie responsabilità, nel rispetto del proprio corpo e di quello altrui e all’universo in cui viviamo.
Grazia Colombo
Ogni volta che ognuna di noi si trovava in difficoltà o aveva dubbi sul suo agire la prima cosa che le veniva in mente era: “Vado da Grazia”. E allora, dopo la scuola, si andava da lei, che accoglieva sempre con rispetto le nostre preoccupazioni, ci riprendeva con fermezza dove vedeva uno sbaglio e poi illuminava il nostro percorso facendoci notare la semplicità di una soluzione che noi da sole non riuscivamo a trovare.
Ora non posso dire più: “Vado da Grazia!”, ma ogni qualvolta incontro un problema, osservo un bambino che ancor prima del mio intervento trova da solo la sua strada, o cerco una soluzione che non vedo anche se davanti ai miei occhi, le sue parole risuonano in me, vibrano nel mio cuore e nella mia mente.
Silvia Incampo, maestra
Fra i suoi molti insegnamenti uno mi ha colpita particolarmente. Avvenne proprio durante uno dei nostri incontri, quando io, fresca fresca di università e alle prese con la prima vera e propria esperienza di lavoro, attraversavo un momento di difficoltà. Con il suo modo fermo ma accogliente mi disse: “ricordati che l’adulto sei tu”. Questa frase, semplice, banale e scontata era proprio quello che avevo bisogno di sentirmi dire per ritrovare fiducia in me stessa e mi torna spesso alla mente quando attraverso qualche momento di fatica nella mia vita lavorativa e di mamma.
Elena Castiglioni, educatrice
Non credevo possibile un lavoro di questo tipo. Crescere alla libertà, molto lontano di come ero cresciuta io e di come in genere vedevo in giro o al lavoro. Ricordo ancora la presentazione del lavaggio delle mani, la cura e la precisione dei gesti che solo lei poteva… Sono sicura che ognuno di noi qui si metterebbe a lavarsi le mani dopo averla vista.
Valentina Brahimaj, educatrice
Sempre paziente nel rispondere alle mie domande, anche a quelle semplici e banali. Sempre rigorosa, sulle idee e sui principi montessoriani non transigeva. Immagino che si sentisse responsabile di trasmettere senza distorcere ciò che aveva sentito dalla viva voce di Maria Montessori. Con lei un “Montessori a modo mio” non trovava spazio. (…)
Ecco, Grazia la voglio ricordare così: paziente, profonda, moderna e curiosa, ma sempre rigorosa e intransigente sui principi per il bene dei bambini. La vedo ancora seduta col suo bastone all’ingresso della scuola, di questa scuola, a osservare. E a riprendere noi genitori se ci permettevamo di dare un aiuto non richiesto ai figli.
Mario Valle, genitore
Grave è la perdita. E il compito per gli allievi. Oltre a salvaguardare il suo elaborato culturale ed educativo, tocca andare avanti. Ricordando che non c’è un’unica proposta, un solo modo di fare le cose. Che quello che sappiamo è molto poco, rispetto a quello che non sappiamo.
Margherita Salvadori
Arrivederci al prossimo anno insieme!
La coordinatrice e le educatrici
della Scuola Montessori Grazia Honegger Fresco di Varese