Il metodo Montessori è utile anche in adolescenza? Ecco un estratto dal discorso che Vittorino Andreoli ha tenuto in occasione del Convegno “Montessori: una moderna proposta educativa”. E in cui viene svelata l’attualità del pensiero montessoriano e della sua utilità per relazionarsi anche con gli adolescenti.
“Anzitutto il pensiero forte contro il giudizio, contro la bocciatura. Forse un giorno si valuterà il danno sconvolgente che essi provocano nella vita degli adolescenti. I genitori mettono a scuola il figlio accettando che venga frustrato da giudizi negativi e persino bocciato. Continuo a stupirmi che questa antinomia non sia percepita dalle famiglie in tutta la sua gravità.
Essere contro giudizi e bocciature implica anche non sottolineare la competizione, l’agonismo esasperato come stimoli per interessare gli adolescenti. Una follia: sarebbe come sostenere che l’infedeltà serve a mantenere più salda la famiglia. Quando Maria Montessori parla di un esame per gli adolescenti, l’unico che, secondo lei, dovrebbe esserci è quello sui problemi di coscienza. Questo punto è straordinario. Oggi abbiamo capito che la maturità ha due dimensioni importanti: capacità di risolvere i problemi dell’intelligenza e capacità di gestire l’affettività, i sentimenti. Ovvero: comprendere i comportamenti e contenere le reazioni che si percepiscono nei rapporti interpersonali.
Il secondo aspetto è stimolare le motivazioni, la motivazione stessa a venire a scuola che, proprio per questo, non deve avere strascichi a casa con i compiti, invadendo tutto. E poi ci si lamenta che le madri, invece di fare le madri, si attivano per aiutare i figli nei compiti, rovinando il metodo forse usato a scuola.
Terzo: insegnare a vivere. E’ il compito della scuola. Bisogna smetterla con definizioni di ruoli tecnici. Certo, le competenze esistono, c’è il delicato percorso per formare gli insegnanti. Ma il filo è l’altro, quello di una scuola che insegni a vivere. Il luogo, per Montessori, è importantissimo. Lei stessa scrive che l’università deve insegnare a studiare e che la laurea è semplicemente un attestato che dice: ho imparato a studiare.
Quarto: la libertà, ma libertà dentro le regole, sottoposta alle regole”.