Proviamo qui a raccogliere alcune delle domande che più frequentamene pongono su temi montessoriani genitori e docenti. L’elenco non è completo e si si evolverà nel tempo, per cui suggerimenti, correzioni, nuove domande sono benvenuti: basta scrivere alla nostra mail quadernomontessori@fimail.org
Che cosa succede dopo aver frequentato una scuola Montessori?
Certo, i bambini restano delusi, passando dalla Casa dei Bambini (Scuola dell’Infanzia) a una Primaria tradizionale, dove devono fare le cose per obbligo, in tempi rigidamente calcolati, nonostante siano ancora molto giovani, tanto peggio se vi entrano a cinque anni e mezzo.
In ogni caso, là dove è possibile, meglio un Nido a indirizzo Montessori e una buona Casa dei Bambini che Nidi e Scuole dell’Infanzia sciatti, chiassosi, precocemente competitivi. Ci sembra indispensabile fortificare i bambini facendoli vivere in un ambiente non arrivista né giudicante e quindi non ansiogeno almeno nei primi anni che precedono la Primaria.
A volte il passaggio alla Media è meno drammatico se sono già allenati alla libera scelta, responsabili delle proprie attività e quindi più forti e consapevoli. Hanno ormai acquisito capacità di autoregolarsi, di criticare, di collaborare e quel senso di rispetto verso gli altri, anche i più indifesi, che nelle scuole tradizionali è soffocato dalla spinta continua alla competizione e al vantaggio personale.
D’altro canto, se nella scuola Montessori si ritiene indispensabile cominciare fin da piccoli a vivere in un ambiente non ansiogeno, non giudicante, né competitivo, nell’ultimo anno della Primaria si cerca di prepararli a fronteggiare le diversità che li aspetta: il sistema dei voti, delle gare, delle interrogazioni e soprattutto l’impossibilità di scegliere.
Ma se gli piace solo disegnare o leggere fa questo soltanto?
In tanti anni di esperienze questo non si è mai verificato proprio perché – si tratti di Nido o di Scuola – le scelte sono moltissime, allettanti, variegate. Gli adulti le presentano senza però obbligare a fare altrettanto e i bambini, che in principio per rassicurarsi tendono a prendere un po’ sempre le stesse cose, sono attratti dal nuovo. La loro bella intelligenza non conosce la pigrizia: vedono le attività degli altri e vogliono provarle anche loro. Piccoli assaggi e poi si buttano con entusiasmo in nuove scelte, mossi dal piacere di agire, che nasce dal loro interno. Gli stimoli esterni, i pungoli, i divieti, gli obblighi agiscono esattamente in senso contrario.
Come fa una maestra a occuparsi di tutti i bambini se ciascuno sceglie liberamente?
La maestra Montessori con una buona formazione è allenata a osservare il singolo bambino e i piccoli gruppi che si formano spontaneamente. Non sta seduta alla cattedra, non impartisce ordini, ma si aggira tra i tavoli e i tappeti aiutando chi ne ha bisogno.
Quando i bambini non ci sono, prepara con cura l’ambiente in ogni particolare sulla base delle esigenze via via emerse, per cui le proposte sono sempre adeguate. Se poi risulta che non è esattamente così, lei è pronta a modificare, a preparare altro.
Un ambiente che risponde realmente ai bambini frequentanti è come un altro maestro: silenzioso, indiretto, potente. È un tacito invito ad agire. Quando la maestra lavora con uno o più bambini, gli altri sono occupati in tante altre cose, scelte da loro stessi, quindi interessanti per loro. Lei non li perde mai di vista, ma dá il suo aiuto diretto solo a quelli che sta seguendo da vicino in quel momento.
Nel corso della giornata offre via via la sua presenza a ciascuno di loro. Le lezioni sono di solito individuali e brevi, cioè durano il tempo necessario finché il bambino può fare da sé. Anche gli oggetti e i materiali sono studiati in tal senso e la maggior parte di essi permette al bambino di controllare egli stesso se ha fatto bene o no e questo favorisce il piacere di ripetere e di concentrarsi.
La scuola Montessori è adatta a tutti i bambini?
Un cactus non sopravvive trapiantato in alta montagna, né un abete nel deserto.
Ogni essere vivente esige un ambiente corrispondente alle sue necessità vitali.
Un bambino ha bisogno di ascolto accogliente, di adulti che gli diano possibilità di scelta tra diverse attività, ma anche di confini chiari oltre i quali non possa andare, ovvro, “Puoi prendere uno qualsiasi di questi oggetti, ma solo uno alla volta e solo se nessun altro bambino lo sta già usando”.
Molti bambini non sono in grado, agli inizi della frequenza nella scuola Montessori, di accettare questa regola: se incerti e timidi, non si decidono a scegliere; se inquieti, abituati al “tutto e subito”, non riescono ad aspettare che il compagno abbia messo a posto l’oggetto.
Eppure basta non imporre rigida obbedienza, proporre loro cose interessanti da fare nell’attesa, essere fermi nella richiesta di aspettare, ma lasciare loro il tempo di capire fino a che punto furberie, sotterfugi e piccoli dispetti in questa scuola non funzionano, per scoprire poco a poco il piacere di accettare le regole comuni e di essere amati senza smancerie né false lodi.
Nella scuola Montessori se gli adulti non gridano, non puniscono, non mettono in evidenza gli errori, i bambini di conseguenza non giudicano, non disprezzano il compagno che sbaglia; spontaneamente si aiutano, se necessario, in quel modo delicato e discreto, tipico di persone immesse in un ambiente nonviolento, in una scuola di pace.
Ma che fare con i tipi turbolenti?
Il bambino indisciplinato, aggressivo – perché infelice – a poco a poco migliora la sua condizione vitale e trasforma il proprio modo di comportarsi. Questo avviene tanto più facilmente quanto più è piccolo il bambino.
Secondo Montessori, la libertà non può essere concessa, né donata: va costruita a poco a poco fin dai primi anni attraverso l’esercizio quotidiano della scelta indipendente e dell’auto-correzione, del fare in prima persona e del sentire la fiducia degli altri nelle proprie capacità di verifica.
Scegliere, agire e rimettere a posto gli oggetti fin dal secondo anno di vita – come si da nei Nidi Montessori – è il primo passo affinché il bambino costruisca indirettamente il senso di responsabilità verso gli altri e verso l’ambiente.
Come posso avvicinarmi al mondo Montessori? Non conosco proprio nulla.
Chi cerca, la prima cosa che si fa oggi è esplorare su Internet: sono innumerevoli le pagine e i filmati sull’argomento, anche se per la maggior parte in inglese. Non tutti però di buona qualità. Molti, approssimativi, puntano sul successo o sui materiali in uso, mentre la differenza vera è nella relazione con ogni bambino, fatta di calma, di rispetto, di totale fiducia nelle sue forze originarie.
Maria Montessori era in primo luogo un medico, una scienziata e, come tale, fondava ogni sua proposta per i bambini, piccoli o grandi, sull’osservazione.
Conviene quindi leggere i suoi libri pubblicati oggi da Garzanti e anche le due riviste Montessori che escono in Italia: “Vita dell’Infanzia” edito dall’Opera Montessori dal 1952 e il nostro Quaderno.
Perché Maria Montessori in patria non ha avuto tanta fortuna come all’estero?
I motivi di questo disconoscimento sono soprattutto di natura ideologica e storica. In Italia Maria Montessori si trovò al centro di pesanti attacchi da parte di laici (a sinistri non fu quasi mai apprezzata), come di cattolici, malgrado il fatto che Benedetto XV, già prima della prima guerra mondiale, le avesse inviato la sua benedizione, e che don Luigi Sturzo, allontanato dalla Curia, le avesse dichiarato tutta la sua stima. Anche la Venerabile Madre Tincari, fondatrice nel 1939 della LUMSA (Libera Università Maria Assunta) di Roma, era grande estimatrice e amica della Montessori.
All’opposto il liberale Giuseppe Lombardo Radice, ascoltatissimo pedagogista nell’epoca fascista, la denigrò a tutto vantaggio delle scuola agazziane. Diverso atteggiamento, quanto meno di rispettoso ascolto, ebbe verso le proposte montessoriane il filosofo idealista Giovanni Gentile, anch’egli compromesso con il regime.
Mussolini che dopo prima aveva amoreggiato con il progetto Montessori per il suo successo nel portate così facilmente i bambini, anche prima dei fatidici sei anni, alla scrittura e alla lettura, a metà anni Trenta si rese conto di non poter piegare la Dottoressa alle sue scelte politiche. A questo punto ordinò la chiusura delle poche scuole Montessori elementari pubbliche e delle molte Case dei Bambini comunali da Nord all’estremo Sud del nostro paese e ovunque queste vennero assorbite da ordini religiosi.
Altro acerrimo nemico della Montessori e delle cose da lei proposte fu, sempre in epoca fascista, il francescano Agostino Gemelli, medico, fondatore nel 1921 dell’Università Cattolica.
Dopo la seconda guerra, unica eccezione per lo sguardo attento ai temi montessoriani, fu Aldo Moro a fine anni Cinquanta, a partire dalle proposte del Centro Nascita Montessori che conobbe alla nascita della seconda figlia Anna.
La diatriba intorno l’appartenenza religiosa della Montessori si è accesa in modi diversi dagli anni ’60 fino ad oggi.
Dopo le esperienze sulla liturgia cattolica realizzate da Anna Maria Maccheroni in accordo con Montessori in Catalogna dopo il 1915, ecco la “Catechesi del Buon Pastore” creata con Adele Costa Gnocchi, Sofia Cavalletti e Gianna Gobbi a metà anni Cinquanta e oggi diffusa in molte regioni del mondo. Di recente, un’autrice avendo scoperto l’esistenza dell’iscrizione di Maria Montessori alla Società Teosofica Inglese del 1899, (periodo della sua adesione al movimento femminista), afferma che lei fosse teosofa e che per questo si fosse poi recata in India, trascorrendovi lunghi anni (1939-1945). Intatti nel ’39 fu invitata in India dal presidente della Società Teosofica per tenere a Madras un corso e lì restò bloccata a causa della II guerra mondiale: questo le permise di studiare ulteriormente lo sviluppo degli esseri umani fin dai primi anni di vita. In ogni caso da quel 1899 non rinnovò più l’iscrizione alla Società Teosofica.
La realtà è che Maria Montessori non ha mai legato la sua opera a una fede o a una ideologia. L’oggetto del suo studio e delle sua proposte educative è sempre stato l’essere umano dall’infanzia all’adolescenza, le cui caratteristiche di crescita sono pressoché identiche sotto tutti i punti di vista e in ogni luogo della Terra. Ne è riprova il fatto che si trovano Scuole Montessori presso i popoli più diversi: dagli Ebrei agli Islamici, dai Buddisti ai Protestanti e anche in zone con religioni animiste come l’India o lo Sri Lanka.
Si può dire, alla luce dei fatti, che nella sua lunga vita non abbia mai abbandonato la sua originaria formazione positiva nel senso di osservare, confrontare le azioni, i comportamenti per trarne le conseguenze: guardava la realtà in senso libero e aperto.
A cura di Mario Valle
(con la consulenza di GHF)
L’articolo è tratto dalla rivista “il quaderno Montessori”, n. 91 dell’autunno 2006.